qualcuno comincia ad accorgersene

chi segue questo mio blog sa benissimo come io da anni mi batta contro l’assurdità, tutta italiana, delle TARIFFE MINIME dell’autotrasporto.
Nel momento in cui si IMPONGONO tariffe, il LIBERO MERCATO va a farsi benedire.
Ma non è della questione “filosofica” in sè che voglio parlarvi oggi.
Risulta però evidente che tra DUE diversi operatori, quello “vincolato” dalle tariffe imposte è, alla lunga, perdente!
Prendiamo DUE autotrasportatori: UNO (che chiameremo ITALO, da Italia …) deve sottostare all’imposizione tariffaria governativa. L’ALTRO (che chiameremo REMO, da REsto del MOndo) è libero di fare quello che vuole.
Se io incarico ITALO di effettuare un trasporto per conto mio, ITALO “non” può farmi pagare meno di quello previsto dal vincolo tariffario governativo. La legge glielo impedisce.
Se invece incarico REMO di effettuare quello stesso trasporto, siamo liberi di trattare, discutere, accordarci come meglio crediamo.
Se, ad esempio, per un certo trasporto secondo il vincolo tariffario governativo devo pagare 1.000, Remo può tranquillamente decidere di farmi pagare 900. Italo invece, anche se volesse, quel prezzo “ridotto” non me lo può proprio fare.
Chi se ne è accorto di questa incongruità?
Il Tribunale di Lucca, nel discutere una causa tra un autotrasportatore ed un committente, ha affermato che “l’introduzione di un sistema tariffario limita la concorrenza ed introduce una significativa barriera all’accesso a tale tipologia d’attività economica”.
Insomma, a Lucca il giudice ha capito che imporre tariffe minime SOLO agli autotrasportatori italiani, fa sì che la committenza, sempre più numerosa, si rivolga ad autotrasportatori esteri.
Possiamo dunque affermare, senza tema di smentita, che con l’approvazione delle TARIFFE MINIME siamo arrivati al classico “peso el tacon del buso”: ma in Italia anziché cercare delle soluzioni per andare avanti, continuiamo ad imitare i gamberi.
Ed anche questa assurdità legislativa continua a fare del male alla nostra economia: non ci resta che sperare nella Corte di Giustizia EU dove, forse, hanno ancora un po’ di sale in zucca.
Buone vacanze
Paolo Federici

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