Leggo l’ennesimo intervento su “IL GIORNALE” …
di Paolo Uggè*
Ruote d’Italia
Trasporto merci, sicurezza ignota per la burocrazia
C’è una domanda che attende da troppo tempo una risposta: le leggi valgono per tutti o solo per alcuni? Una domanda che Fai Conftrasporto ha posto più volte all’attenzione generale in tema di sicurezza stradale, con messaggi pubblicati su giornali nazionali, cercando di attirare l’attenzione del governo sulla necessità di applicare leggi dello Stato. In questo caso quella sui costi incomprimibili della sicurezza del trasporto merci, voluta dal governo per impedire che su strade e autostrade circolino camion-bomba, pronti a uccidere perché privi di adeguata manutenzione, perché guidati da conducenti improvvisati… Una domanda che Fai Conftrasporto ha posto nella convinzione che, in uno Stato di diritto, non dovrebbero essere ammessi comportamenti difformi e che le leggi si dovrebbero applicare. Ora sarebbe interessante se dalla campagna elettorale giungessero risposte concrete, anziché fiumi di chiacchiere sulla serietà. Una serietà ridicolizzata da una burocrazia che nel nostro Paese cerca spesso, con provvedimenti amministrativi, di sostituirsi ai legislatori, anche nel mondo del trasporto. La legge in materia di sicurezza stradale esiste, la magistratura ne ha riconosciuto l’efficacia, ma la burocrazia, il vero cancro italiano, da mesi ritarda l’emanazione delle norme per far scattare i controlli. Così le imprese in regola falliscono. Come è accaduto a un’impresa del Trentino che ha fatto causa a una multinazionale del settore petrolifero, oltre che a una azienda controllata, per non avere rispettato i costi incomprimibili della sicurezza. La differenza non era poca, visto che il tribunale ha autorizzato decreti ingiuntivi per 5,8 milioni di euro. Ma l’azienda, nel frattempo, ha dovuto chiudere. Il caso è a conoscenza del governo grazie a un’interrogazione di Laura Froner (Pd). Faranno qualcosa i nostri politicanti? Faranno finalmente scattare quei controlli che in Piemonte, grazie a un’attenta iniziativa di controllo effettuata dalla Guardia di Finanza, hanno permesso di recuperare tre milioni di euro? Oppure il governo continuerà a trovare più facile e comodo colpire i pensionati, i proprietari di prime case, gli esodati?
*Presidente di Fai Conftrasporto, vicepresident di Confcommercio e consigliere del Cnel
Ricapitoliamo: da una parte c’è il signor Paolo Uggè (presidente di Conftrasporto) che ripete il suo mantra ormai da anni (il Governo deve stabilire le TARIFFE minime dovute per l’autotrasporto), dall’altra c’è il mercato, vasto e immenso, di TUTTI gli altri che, qualsiasi attività svolgano, NON hanno nessuna possibilità di applicare TARIFFE MINIME e se lo fanno incappano nelle ire dell’antitrust che ne contesta l’illegalità.
Da anni la domanda è sempre la stessa: “perché un settore, e solo UNO – quello dell’autotrasporto – dovrebbe avere delle tariffe FISSATE per legge, mentre tutti gli altri – nessuno escluso – devono confrontarsi con il mercato?”
L’arrampicatore sugli specchi ci racconta che solo con le tariffe minime viene garantita la sicurezza.
Il che significa che in tutti gli altri settori del trasporto (navi, aerei, treni) dove NON esistono tariffe minime, la sicurezza non esiste?
Oppure il signor Uggè vuole raccontarci che se pagassimo di PIU’, gli autotrasportatori italiani (e solo quelli italiani, perché nel resto dell’Europa le tariffe minime proprio NON esistono nemmeno lontanamente) non farebbero più incidenti e non violerebbero più il codice della strada.
Ma ci rendiamo conto dell’assurdità?
Ci stanno chiedendo di PAGARE di più per far sì che la LEGALITA’ venga rispettata.
Altrimenti, l’autotrasportatore ha DIRITTO di agire illegalmente!
E questo bel principio è portato avanti dall’associazione che dovrebbe TUTELARE proprio i diritti degli autotrasportatori.
Se ad un autotrasportatore viene richiesto di eseguire un trasporto ad un prezzo che lui NON ritiene equo, nessuno gli vieta di RIFIUTARE quel lavoro.
Capita in tutti i campi.
A me, ad esempio, succede ogni santo giorno di rifiutare una valanga di lavoro solo perché il prezzo che il cliente intende pagare NON copre i miei costi.
Secondo Uggè io dovrei “accettare” il prezzo proposto dal cliente e poi appellarmi al Governo perché costringesse quel cliente a rimborsarmi la perdita!
Volete spiegargli che nel mondo REALE non funziona così?
Il dato di fatto è che il MERCATO si sta organizzando: così sono sempre meno gli autotrasportatori italiani ai quali vengono commissionati trasporti e sono sempre più gli autotrasportatori di qualche altro paese Europeo che vedono il loro volume d’affari crescere.
Quando gli autotrasportatori italiani si renderanno conto che la politica messa in atto dal loro “presidente” è deficitaria da tutti i punti di vista, chissà se faranno ancora in tempo a riprendersi o se, ormai, il pifferaio magico li avrà tutti portati nel baratro.
Paolo Federici