nel nostro lavoro (gestione di trasporti marittimi) capita che in questo momento di difficoltà si sia sommersi da urgenze e scadenze impellenti: prenotazioni da fare “subito”, risposte da dare “subito”, sdoganamenti da fare “subito”, containers da caricare “subito”, mail alle quali rispondere “subito”.
Ebbene, è successo che nel passare i dati per uno sdoganamento abbiamo sbagliato ad indicare la somma riportata nelle fattura, per cui la bolla doganale è stata fatta “flussare” con un ammontare errato.
Nel giro di 24 ore ce ne siamo accorti, lo abbiamo segnalato ed ovviamente abbiamo ricalcolato e pagato i diritti doganali correttamente dovuti (c’era una differenza di 2.000 euro).
Se ne sarebbe (forse!) accorta anche la Dogana (fra qualche nese!) controllando i dati della fattura che, ovviamente, riportava una somma diversa da quella indicata nella bolla doganale.
Ma ce ne siamo accorti prima noi e lo abbiamo segnalato “subito” (ricalcolando “subito” la somma giusta da pagarsi).
In un mondo ideale, ci saremmo sentiti dire grazie … (almeno, la nostra buona fede non dovrebbe essere messa in dubbio!)
Nell’Italia di oggi invece siamo stati multati ed abbiamo dovuto dire noi grazie perché anziché chiederci di pagare 30.000 euro di multa (se se ne fossero accorti loro) ce ne faranno pagare solo 6.000!
Ora, è vero, abbiamo sbagliato … ma sicuramente non c’è stata alcuna volontà di dichiarare il falso (per correggersi il giorno dopo?): un errore capita, insomma.
Però è dura doversi confrontare con chi parte dal presupposto che noi si sia dei delinquenti truffaldini e che si debba pagare sempre e comunque.
Lo so, gli errori si pagano, ma … solo chi non fa non sbaglia, dice un antico adagio.
Paolo Federici
Chi non fa, non sbaglia!
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