13 settembre 2021: dialogo semiserio con una buona dose di fantapolitica

“Nonno, nonno, raccontami una favola!”
“Ti racconterò di quando noi eravamo i padroni dei mari. Tutto il mondo era racchiuso in un immenso lago, dal quale si poteva uscire solo attraversando le colonne di Ercole, ma nessuno si azzardava. Finché un capitano coraggioso, un italiano che si chiamava Cristoforo Colombo, decise di tentare l’impossibile. E’ così che abbiamo scoperto l’America. Se da una parte si poteva uscire attraverso le colonne di Ercole, dall’altra parte abbiamo creato un canale navigabile, tagliando via chilometri di terra. Un ingegnere italiano, Luigi Negrelli, ha progettato quell’opera immensa, celebrata addirittura dal massimo musicista italiano, Giuseppe Verdi. Poi è arrivato il momento delle navi giramondo. Sempre un italiano, Gianluigi Aponte, ha creato la più grande Compagnia di Navigazione del mondo, la M.S.C.. Il nostro mare (fino dai tempi antichi l’avevamo chiamato così, MARE NOSTRUM. Ma anche MEDITERRANEO, perché era in mezzo alle terre) era il centro di tutti i più importanti traffici marittimi. Tutte le navi che andavano dalle Indie Orientali all’America passavano dal Mediterraneo. Anche le navi che andavano da Nord (Europa) a Sud (Africa), transitavano nel Mediterraneo. Il porto più grande del Mediterraneo ce l’avevamo noi, Gioia Tauro. Voluto da un grande italiano, Angelo Ravano.”
“Nonno, cosa è una nave?” – il ragazzino, pur vivendo in una gloriosa città di mare, Genova, non ha mai visto una nave!
“Hai ragione, figliolo. Oggi nel Mediterraneo non si vedono più navi. I traffici si sono spostati in un altra parte del globo terrestre. Si è aperto il passaggio a Nord-Est e così le navi non hanno più bisogno di transitare nel nostro mare. Adesso vanno tutte a Rotterdam, una città che si trova su un piccolo fiume e che non è nemmeno sul mare!”
“E gli italiani? I navigatori, gli inventori, i geni … che fine hanno fatto?”
“Sono diventati tutti ferrovieri: aspettano il treno che arriva da Rotterdam. Però anche in questo sono rimasti indietro. Una volta arrivato a Milano, il treno non va più avanti. Noi siamo gli unici ad usare ancora i carri a quattro ruote per spostare le merci. E li chiamiamo sempre camion (che non è nemmeno una parola italiana, ma francese!).”
“Nonno, ma che razza di favola è questa? Di solito le favole hanno il lieto fine!”
“Hai ragione, figliolo. Ecco: un italiano – uno che deve ancora nascere o forse è già nato, ma è ancora un bambino – un giorno inventerà la macchina del tempo. Così tornerà nel passato e convincerà gli italiani del ventunesimo secolo a non lasciarsi sfuggire l’opportunità di essere sempre i primi nel mondo del trasporto. Gli basterà convincere i politici a fare poche cose: dotare l’Italia della stessa burocrazia doganale che hanno in Olanda, sistemare Gioia Tauro così come gli inglesi hanno fatto con Singapore, costruire ferrovie efficienti come quelle che hanno in Germania, sfruttare i canali navigabili come avviene in Francia.”
“Nonno, ma questa non è una favola. E’ un sogno. Ed i sogni muoiono all’alba.”
“Beh, allora buonanotte. Vado a sognare quel mondo favoloso che potevamo avere e non abbiamo mai avuto.”
“Ho deciso: da grande farò il viaggiatore del tempo. Così potrò tornare indietro e cambiare la storia.”
Che bello essere bambini e sognare un futuro (o un passato?) roseo!?
Paolo Federici

3 commenti

Archiviato in cultura, denuncia, riflessioni, Trasporti

3 risposte a “13 settembre 2021: dialogo semiserio con una buona dose di fantapolitica

  1. anonimo

    Ma siamo sempre in tempo. Non occorre tornare al passato, basta convincere i nostri politici. Avevo letto una volta che gli americani hanno costruito le ferrovie che oggi sono le meglio organizzate al mondo (credo si chiamino Gray hounds) semplicemente emettendo azioni da 1 dollaro ciascuna. Chi non le avrà comprate?
    Gaia

  2. anonimo

    caro Paolo, mi devo complimentare per il bellissimo articolo, hai lavorato veramente bene di fantasia ed hai proiettato uno scenario quanto mai veritiero sintetizzando al massimo il decadimento, anche in ambito marittimo, di quel che c'è rimasto della nostra Nazione (quella vera, con la N maiscola). Purtroppo non vedo un buon futuro, i nostri politici, oltre a non essere competenti in questo genere di cose, sono ora anche molto confusi, il tutto in uno scenario globale che, per chi non l'ha ancora capito, è collassato a massimo. Franco MAGAZZU'

  3. PaoloFederici

    pensa, Franco: oggi mi ha chiamto un amico/cliente che non sentivo da 25 anni!
    Si ricorda ancora di certi lavori che avevamo fatto insieme, caricando le navi come si faceva una volta e gestendo dei traffici in EXPORT che oggi non ci sono proprio più (la ditta per la quale lavorava è fallita da anni … e la produzione di quella merce si è spostata in Cina!)
    E adesso noi andiamo proprio in Cina a chiedere l'elemosina.
    E' cambiato tutto
    Paolo

e tu che ne pensi?